mercoledì 14 marzo 2012

BIOGRAFIA DI PAUL VERLAINE Seconda parte


Nel 1869 Verlaine conobbe la graziosa Mathilde Mauté de Fleurville (nella foto a sinistra), in casa dell'amico musicista Charles de Sivry, che era il fratellastro della ragazza. Egli ne rimase subito impressionato, e intravedendo in lei la possibilità di creare una situazione affettiva sana e serena che avrebbe placato le proprie intemperanze, decise di sposarla, così, mentre si trovava nella campagna di Fampoux, scrisse a Sivry per chiedere la mano di Mathilde. Cominciò allora una corrispondenza, e fu proprio la lontananza di questo periodo, la quale esasperò e rese ulteriormente gravida di aspettative l'attesa di un felice riscontro reale dei propri propositi di vita coniugale, che portò Verlaine alla composizione della maggior parte delle liriche che sarebbero poi confluite ne La buona canzone (La Bonne Chanson), opera che egli avrebbe dedicato alla sua sposa diciassettenne. Il matrimonio fu celebrato l'11 agosto 1870. La coppia andò a vivere in rue du Cardinal Lemoine.

Nel 1871 gli episodi della Comune di Parigi videro Verlaine come partecipante alquanto attivo al fianco dei rivoltosi, ma quando l'ordine fu ristabilito, temendo delle ripercussioni, il poeta e sua moglie si trasferirono per qualche tempo a Fampoux. Rientrarono a Parigi alla fine di agosto, quando il pericolo sembrava scampato. Verlaine ormai non aveva più un lavoro, così la coppia si spostò a casa dei genitori di Mathilde.

Nei primi giorni di settembre del ‘71 arrivò da Charleville una lettera - inoltrata da una losca conoscenza paesana di Verlaine, Bretagne - firmata Arthur Rimbaud, a cui erano allegate otto sue poesie.
 
[...] Ho il progetto di realizzare un grande poema, e a Charleville non mi è possibile lavorare. La mia mancanza di denaro mi impedisce di venire a Parigi. Mia madre è vedova ed estremamente devota. Non mi dà che dieci centesimi tutte le domeniche per pagare la mia sedia in chiesa. [...]
                                                                                                            
                                                                                                         Arthur Rimbaud
 
Paul Verlaine rimase incantato dal talento del giovane poeta, così che rispose con toni entusiastici invitandolo a Parigi, accludendo alla lettera il denaro per raggiungerlo.

[...] Venite, cara grande anima, vi si chiama, vi si attende. [...]

                                                                                                  Paul Verlaine

Il 10 settembre il quasi diciassettenne Rimbaud arrivò in casa Mauté, offrendo a Verlaine il suo ultimo lavoro, la splendida poesia "Il battello ebbro" (Le bateau ivre). Nel saggio che egli avrebbe dedicato a Rimbaud nel suo celebre libro I poeti maledetti, Verlaine offre questa appassionata e sagace descrizione di come l'imberbe e ribaldo Rimbaud si presentò innanzi ai suoi occhi:

All'epoca relativamente lontana della nostra intimità, M. Arthur Rimbaud era un ragazzo tra i sedici e i diciassette anni, già provvisto di tutto il bagaglio poetico che il vero pubblico dovrebbe conoscere, e che noi proveremo ad analizzare con quante più citazioni ci saranno possibili. L'uomo era alto, ben piantato, alquanto atletico, dal viso perfettamente ovale di angelo in esilio, con dei capelli spettinati sul castano chiaro e degli occhi d'un azzurro inquietante. Nativo delle Ardenne, possedeva, oltre a un delizioso accento paesano perduto troppo presto, il dono di una pronta assimilazione proprio della gente dei suoi luoghi, - e ciò potrebbe spiegare il rapido inaridirsi, sotto lo stolto cielo di Parigi, della sua vena, per dirla come i nostri padri il cui linguaggio diretto e corretto non aveva sempre torto, alla fine dei conti!

L'atteggiamento audace e sfrontato del nuovo ospite, non mancò di destare stupore e una certa indignazione nell'ambiente borghese di casa Mauté, così che già il 25 settembre Verlaine fu costretto a chiedere a Banville di trovare un alloggio per il suo giovane amico. Da allora in avanti Rimbaud sarebbe stato ospitato a turno da diversi amici di Paul; la sistemazione più durevole fu in quella camera di rue Campagne-Première evocata da Verlaine in una poesia. Questa racconta come tra i due poeti fosse cominciata una relazione che trascendeva la pura amicizia: essa sfociò infatti in un sublime e viscerale incontro tra due difficili entità umane, alla continua e disperata ricerca di un'inesplicabile percorso in cui i sensi potessero liberarsi ed elevarsi dai rovi delle convenzioni e delle contingenze, confrontandosi anche nella dimensione sessuale. La poesia sarebbe in seguito stata inclusa nella raccolta Un tempo e poco fa.
 

"Versi per essere calunniato" 

Stasera mi sono chinato sul tuo sonno.
Il tuo corpo riposava casto sull’umile letto,
ed ho visto, come chi si concentri e legga,
ah! ho visto come tutto è vano sotto il sole.

Che si viva, oh che delicata meraviglia,
tanto il nostro corpo è un fiore che appassisce.
Oh pensiero che porta alla follia!
Va', povero, dormi! Io, sgomento per te, sto sveglio.

Ah! miseria d’amarti, mio fragile amore
che vai respirando come si spira un giorno!
Oh sguardo fermo che la morte renderà tale!

Oh bocca che ride in sogno sulla mia bocca,
in attesa dell’altra risata più feroce!
Presto, svegliati. Di’, l’anima è immortale?

(Traduzione di Andrea Giampietro)


La relazione tra i due poeti sconvolse immediatamente il matrimonio di Verlaine, e la nascita di suo figlio Georges, il 30 ottobre, placò la tensione familiare solo per pochi giorni. Ormai senza più lavoro, Verlaine usava tornare tardi a casa, e in preda ai fumi dell'alcool si scatenava spesso in scenate di violenza contro la povera Mathilde; in un'occasione, più bonariamente, dimostrò il suo disprezzo coricandosi accanto a sua moglie col cilindro in testa, e con le scarpe infangate poggiate sul cuscino. Rimbaud non si dimostrò da meno, quando durante una lettura di versi a una cena del club letterario "Les Vilains Bonshommes", diede in escandescenza ferendo lievemente il fotografo Carjat.


Divenuta impossibile la vita con suo marito, il quale aveva addirittura tentato di strangolarla, Mathilde decise di lasciare la casa e si rifugiò col bambino a Périgueux. Dopo la partenza della moglie, Verlaine andò ad abitare con Rimbaud nella camera di rue Campagne-Première, fino alla prima metà di marzo del 1872. Pentito, Paul scrisse una lettera a Mathilde in cui le chiedeva perdono. Rimbaud tornò allora a Charleville per permettere ai due sposi di ricongiungersi. Verlaine e sua moglie tornarono insieme, ma presto ricominciarono gli screzi, soprattutto dopo il ritorno di Rimbaud, il 18 maggio. In questo periodo Verlaine scrisse la maggior parte delle "Ariette dimenticate" (Ariettes oubliées), che avrebbero costituito la parte iniziale della sua meravigliosa opera Romanze senza parole (Romances sans paroles). Ecco la poesia che apre la raccolta, e che con la sua dolce e languida sensualità, sottilmente evocativa, appare significativa rispetto a quella che sarà l'atmosfera dell'intera raccolta.


è la stanchezza amorosa,
è ogni fremito dei boschi
nell’abbraccio delle brezze,
è, fra le fronde grigie,
il coro delle piccole voci.

O fragile e fresco mormorio!
Cinguetta e sussurra,
sembra il dolce grido
che l’erba mossa esala...
Diresti, sotto l’acqua che vira,
il sordo rollio dei ciottoli.

Quest’anima che si lamenta
in un gemito sonnolento
è la nostra, non è vero?
La mia, dimmi, e la tua,
diffondono l’umile antifona
lievemente, nella tiepida sera?

(Traduzione di Andrea Giampietro)

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